La giusta distanza delle costruzioni

Il rispetto delle distanze minime di legge delle costruzioni civili è uno dei fattori più delicatiin ambito edilizio, e tra iprincipali motividi contenzioso tra confinanti.

Studio di architettura Fiorentiniassociati

Patrizia Fiorentini Architetto

Contenziosi che spesso sfociano in lunghissime e costose cause civili con conseguenze anche devastanti per il soccombente in quanto la risoluzione del procedimento si traduce spesso in un’ordinanza del tribunale di ripristino dei luoghi, che significa di fatto la demolizione totale o parziale del manufatto interessato dal mancato rispetto delle distanze, oltre che il risarcimento degli eventuali danni.

Tema particolarmente complesso anche per motivi legati alla vastità e complessità delle Leggi esistenti in materia, Codice Civile, Normative Nazionali, Regionali e Comunali, non sempre allineate tra loro, unitamente alla difficile interpretazione e applicazione delle stesse negli infiniti casi specifici e particolari di cui il nostro territorio è ricco.

In linea puramente indicativa le principali distanze da rispettare durante una nuova costruzione edilizia, o anche in caso di ampliamento e ristrutturazione con diversa sagoma, sono sostanzialmente; 5 metri dai confini di proprietà e 10 metri da altre costruzioni esistenti, se dotate di finestre, anche se queste ultime insistono a distanze inferiori di 5 metri dal confine.

Trattasi di due parametri importanti ma sicuramente non esaustivi, esistono infattimolte differenze a seconda del comune e della zona urbanistica, oltre a numerosi aspetti come i diritti di vedute, luci, distanze da rispettare per alberi e siepi.

Sono previste anche “deroghe” alle distanze minime per casi specifici come per esempio la necessità di costruire dei manufatti finalizzati all’abbattimento di barriere architettoniche o la possibilità di costruire in “aderenza” al fabbricato limitrofo se edificato sul confine.

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